Mort de l’alpiniste italien Matteo Bernasconi



L’alpiniste et grimpeur transalpin Matteo Bernasconi est décédé ce mardi 12 mai dans le nord de la Lombardie. Il a été emporté par une avalanche

Matteo Bernasconi était parti skier seul dans les montagnes italiennes ce mardi. C’est vers le Pizzo del Diavolo que le corps de l’alpiniste transalpin a été retrouvé le lendemain dans la nuit, enseveli sous une avalanche. Matteo Bernasconi avait 38 ans et était père d’une petite fille de deux ans avec sa femme Marta.

Ce guide de haute montagne depuis 2011 et membre du club des « Ragni de Lecco » (club alpin reconnu de la ville de Lecco, nommé donc en français « les Araignées de Lecco ») avait participé à de nombreuses prestigieuses expéditions, notamment en Patagonie. Il était considéré comme l’un des meilleurs alpinistes italiens.

 

 
 
 
 
 
Voir cette publication sur Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

 

❤️💕. . #repost @oneshotaday ・・・ La prima volta che ti ho visto eri al bar della palestra, con una birra in mano, ovviamente. Ho pensato « E lui dovrebbe farmi lezione?! » Da quel giorno siamo stati come calamite. Pensavo non c’entrassimo nulla l’uno con l’altra, e lo ripetevo spesso… Tu invece dicevi che eravamo fatti per stare insieme. Avevi ragione. Non ci siamo più lasciati e nonostante a volte litigassimo come belve, tornavamo ad essere più legati di prima. Il sole e la luna. Non ci chiamavamo quasi mai « amore », ma con te e Kate ho scoperto cos’è l’Amore incondizionato. Eri puro, come la Natura in cui volevi stare. Sincero e libero. Mi hai insegnato a sorridere alla vita e insieme abbiamo riso a crepapelle. Abbiamo avuto troppo poco tempo per la nostra famiglia… Ma quello che ho avuto è stato spettacolare. Fuochi artificiali. Non so cosa darei per avere un’altra chance con te. So che la tua anima è ancora accanto alla mia. Aspetto la nostra prossima vita insieme… Stai tranquillo, io e Kiki siamo circondate da Angeli su questa terra. Ti amo. Ora e per sempre, La tua M 🌺

Une publication partagée par Ragni di Lecco – Climbing (@ragnidilecco) le

 

 
 
 
 
 
Voir cette publication sur Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

Pedra Longa – > Marinaio di foresta 💣 ambiente e via top 🙌🏻 . @scarpaspa #scarpaclimb #scarpamountain @adidasoutdoor #terrex #livewithoutlimits @adidasita #advertising #adidas @adidassporteyewear

Une publication partagée par Matteo Bernasconi (@matteo_bernasconi) le

Voir cette publication sur Instagram

Chissà quante volte rivedrò la tua faccia disegnata sulle montagne che più amavi, su quelle montagne siamo cresciuti insieme ed i tuoi sogni sono sempre stati anche i miei, amico mio. Se penso a quante ne abbiamo passate assieme, tutto questo mi sembra ancora più insensato, la rabbia e il vuoto dei ricordi si fanno ancora più grandi. L’amicizia non si può spiegare a parole, si declina in diversi modi, si cementa con il tempo trascorso condividendo parte del nostro percorso di vita. Penso in realtà tu sia stato in grado di darmi più di quanto pensassi e più di quanto ti abbia mai dato io. Ricordo la prima volta che andammo in Patagonia insieme, la prima volta sotto la Torre Egger me la feci sotto, ero impacciato come un pulcino, persi addirittura una delle tue picozze nella crepaccia terminale e tu non ti arrabbiasti ma cercasti di tranquillizzarmi, eri la mia sicurezza, eri tutto. Eravamo solo io e te e non so nemmeno cosa ti avesse spinto a scegliere me come compagno, ma da lì è nato tutto. La tua determinazione era forte quanto la mia, ma la esprimevi con la maturità dei grandi. Chissà se in quei terribili istanti di questo 12 maggio, avrai provato le stesse sensazioni di quel giorno sulla Torre Egger quando ti piombai in testa e per un attimo pensai che tutto fosse finito. Quell’esperienza ci aveva segnati entrambi, ci aveva fatto maturare e resi più responsabili, soprattutto tu eri diventato un vero uomo. Dei due eri tu quello con la testa sulle spalle, quello capace di ragionare e mettermi un freno quando le mie idee e le mie ambizioni dilagavano in zone pericolose. Già allora avevi quell’equilibrio nella vita tra passione, lavoro ed affetti che guardavo con grande ammirazione e faticavo a trovare, eri un esempio e continui ad esserlo. Quando scalammo insieme il Cerro Murallon ero la persona più felice del mondo, grazie anche al fatto che potevo leggere la stessa felicità nei tuoi occhi; l’amicizia è il motore di tante cose, di molte salite, e sicuramente lo è stato di questa, che anche tu ricordavi come una delle tue esperienze più belle. (Continua nel commento)

Une publication partagée par Matteo Della Bordella (@matteodellabordella) le